In queste tre righe c’è un errore clamoroso. Clamoroso perché al progetto sono interessati in un modo o nell’altro numerosi importanti soggetti pubblici. E allora, dov’è l’errore?
Archivio mensile:maggio 2016
Val di Vara, morte di un eroe
Pensate un po’ se in Val di Vara un presidente americano, mettiamo il leggendario generale Ike Dwight Eisenhower, capo supremo delle forze armate Usa, fosse caduto in battaglia mentre alla testa dei suoi uomini conduceva un assalto a una roccaforte nemica alle pendici del monte Gottero. Spezia sarebbe entrata di diritto in tutti i libri di storia da qui all’eternità. Qualcosa del genere avvenne esattamente 2.191 anni or sono – il 176 avanti Cristo – ma la storia è oggi totalmente ignorata. Continua a leggere
Il lericino che fermò il cacique
Il 3 settembre del 1822 nacque a Lerici Francesco Bibolini il quale, come molti suoi concittadini partiti per le terre d’oltremare in cerca di lavoro, presto varcò a sua volta l’oceano. Egli però oltre alla valigia di cartone portava con sé la veste talare ottenuta nel ’47: divenne infatti un sacerdote famoso, storico pacificatore della pampa argentina.
Dica trentatré
Le Asl dovevano ancora inventarle, quindi non c’erano direttori generali, né direttori amministrativi o direttori sanitari, e neppure c’erano distretti socio-sanitari con relativi direttori. Tuttavia la salute dei nostri nonni era ugualmente in ottime mani, a giudicare almeno dagli annunci pubblicitari che comparivano con regolarità sui giornali promettendo sensibili miglioramenti della condizione fisica quando non addirittura miracolose guarigioni da brutti malanni. Continua a leggere
La nuova Europa!
In un post precedente ho detto la mia sulle plumbee prospettive dell’Unione Europea, con i Paesi aderenti più impegnati a rizzare muri per fermare i migranti che non a cercare di risolvere la crisi economica, politica e sociale dell’Unione stessa.
Oggi due personaggi che volere o volare fanno opinione, il capo del Movimento Cinque Stelle e l’ex sindaco di Londra sembrano portare acqua al mio mulino. Se questi sono i futuri leaders della Nuova Europa, ebbene, ben ritorni la vecchia!
Figli di un dio minore?
La scorsa estate sono tornato per la seconda volta per una breve vacanza a Merano, perla dell’Alto Adige. A parte la pulizia, a parte il fatto che si possa fare in vettura il biglietto del bus (autista, sulle linee extraurbane, e macchinetta su quelle urbane), a parte l’aspetto ordinato, a parte la quasi totale assenza di mendicanti e di venditori ambulanti extracomunitari, a parte l’educazione delle persone, mi ha colpito, e non poco, vedere di sera nei pressi del Ponte alla posta, in zona defilata ma a due passi dal centro, la presenza di una pattuglia di alpini con tanto di camionetta in assetto operativo: non a fare due passi in libera uscita, bensì in servizio. Quale servizio? “Operazione Strade Sicure”, stava scritto nella portiera del veicolo. Continua a leggere
C’eravamo tanto illusi!

Una parte del muro di Berlino lasciato in piedi a ricordo della barbarie
La mattina del 31 agosto 1997 mi sono alzato di buon’ora e ho acceso la Tv. C’era un’edizione straordinaria: raccontavano della morte di Lady Diana Spencer e di Dodi al-Fayed avvenuta nella notte a Parigi, nel tunnel del ponte de l’Alma. Poche ore dopo, attorno alle 12, io e mia moglie prendevamo il treno per Milano – luogo di raduno di una comitiva partecipante a un viaggio organizzato – da dove in serata saremmo partiti, sempre in treno, alla volta di Parigi, destinazione proprio Londra, una Londra listata a lutto. Perché in treno e non in aereo? Perché in un volo precedente mia moglie aveva sofferto e non voleva ripetere la spiacevole esperienza. Perciò, dopo avere viaggiato tutta la notte dormendo abbastanza bene nelle nostre cuccette, al mattino abbiamo posato il piede sul suolo parigino, Gare de Lyon. Lì ad attenderci c’era un pullman riservato che ci ha portati alla Gare du Nord per salire sul treno che, viaggiando sotto la Manica, ci avrebbe condotti a Londra. Continua a leggere
Piove, guarda come piove…
Il 9 ottobre del 1968 fu una giornata da segnare con il bollino rosso nel calendario della città. A futura memoria. Ma si vede che con il tempo quel “rosso” è sbiadito fino a scomparire del tutto se è vero che gli spezzini nella stragrande maggioranza non sanno nulla di ciò che accadde quel giorno.
Quel giorno l’acqua del Lagora tracimò e arrivò a sommergere i marciapiedi fino all’altezza del bar Peola, e quindi tutto il centro città, larga parte dei giardini, il boschetto e la pinetina. Continua a leggere
Ma le guardie arrivarono
Nei giorni scorsi due episodi simili, uno conclusosi con conseguenze gravi, hanno animato le discussioni alla Spezia. Entrambi hanno avuto come protagonisti negativi dei giovani extracomunitari ed entrambi sono avvenuti nel Quartiere Umbertino, un’enclave della città ormai in mano alla microcriminalità e nella quale la legge fa sempre più fatica non dico a imporsi, ma addirittura a mostrarsi. E la cosa appare paradossale se si considera che proprio in quel quartiere c’è il comando della Polizia municipale, il quale agli occhi della gente appare come un fortino assediato da bande di individui che il vivere civile non sanno nemmeno dove stia di casa. Continua a leggere
Un palmo, e andiamo sotto
L’angolo tra la Passeggiata Morin e la banchina Revel
Foto che ho scattato un paio di anni fa dopo alcuni giorni di pioggia. Ancora un palmo, e l’acqua arrivava in piazza Brin che, com’è risaputo, è sotto il livello del mare. Effetto dei cambiamenti climatici?