Un tizio con felpa e cappuccio ben calcato in testa, scarpe da ginnastica e zainetto in spalla, si aggira con fare tanto indifferente quanto sospetto nei corridoi della stazione ferroviaria di Torino e poi addirittura di quella di Milano, vale a dire quello che un po’ tutti i Tg, quando si parla di certe cose, ci descrivono come uno dei luoghi più blindati e sorvegliati, e quindi è da presumere sicuri, d’Italia.
Quel tizio è Nadis Amri, il tunisino ricercato dalle polizie di tutta Europa quale potenziale autore della strage di Natale a Berlino (dodici morti e decine di feriti). In un clima di fortissima tensione, con centinaia di uomini mobilitati, polizia, carabinieri, guardia di finanza, vigili urbani, guardie forestali, polizia ferroviaria e magari anche polizia mortuaria, per un’ora e mezzo, hanno accertato a posteriori gli investigatori, Amri ha gironzolato per Milano, dopo di che si è avviato verso Sesto San Giovanni dove, casualmente, è incappato in un controllo della polizia. Lì ha ingaggiato una sparatoria con gli agenti ed è stato ucciso.
In parole povere l’uomo al quale stavano dando la caccia le forze dell’ordine di tutto il vecchio continente, il tunisino possibile terrorista già noto un po’ a tutti gli uffici di polizia soprattutto di Italia e Germania, ha potuto vagabondare a piacimento in una città considerata uno dei luoghi più sensibili d’Italia, a rischio di possibili azioni terroristiche, perciò superprotetta, senza che nessuno gli desse nemmeno un’occhiata. Quel suo seppur breve soggiorno milanese è stato infatti rivelato, a cose fatte, non da processi investigativi bensì dalle telecamere di sorveglianza. Vale a dire che se quell’apparecchìo fosse stato guasto noi probabilmente non saremmo mai venuti a conoscenza di una notizia tanto importante. In quello zainetto il giovane, del tutto indisturbato, poteva portarsi tranquillamente dietro qualche chilo di tritolo e farsi saltare in aria su un treno, un autobus, o a una fermata della metropolitana. Ma è normale? Ed è normale che nessuno abbia niente da dire?
Ci assicurano che possiamo stare tranquilli. Mah, sarà!