Una frase di Franco Lena nelle pagina della Traduzione e note del celeberrimo Saggio di folclore spezzino di Ubaldo Mazzini, solleva il velo su un quesito che da sempre cova sotto la cenere dei testi di storia locale. Da dove viene il nome del quartiere del Torretto?
Ecco cosa scrive Lena:
“È diffusa l’opinione che il nome di questo quartiere derivi dalla presenza, nel luogo ove oggi sorge la Capitaneria di porto, di una costruzione cilindrica detta Moìn a vento (Mulino a vento). Ubaldo Mazzini, però, avanza l’ipotesi che, invece, il nome derivi dalle torri di difesa che i Visconti di Milano (ai quali nell’ultimo quarto del secolo XV si era data la difesa della Repubblica di Genova) avevano costruito per la difesa di un arsenale navale costruito proprio nella zona in cui il quartiere sorge. L’ipotesi è suggestiva, anche perché non si comprenderebbe come sia stato denominato Toéto quello che non era altro che un mulino. Il Mazzini quindi ritiene che il nome corretto del quartiere dovrebbe essere I toéti”.
E allora io aggiungo perplessità a perplessità. Come può il sobborgo avere preso il nome dal mulino, se fra esso e il mulino medesimo c’era il borghetto di San Gottardo? La risposta a chi se ne intende.
Infatti………..credo che il mulino non c’entri niente. Credo abbia ragione l’Ubaldo anche perché. in città, esistevano altre torri. Forse è il caso di continuare a scavare………
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Mah, fino alla prima metà dell’800 le torri erano in corrispondenza delle porte delle mura, poi c’erano le due ridotte di difesa della Bastia, ma non ne ricordo altre. In realtà i torretti intesi come costruzioni cilindriche erano due, uno, quello ritratto da Fossati e un altro, probabilmente più piccolo,nei pressi della foce del Lagora.
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